DIETRO   LA   LENTE:   FOTOGRAFARE   LA   FEMMINILITA’

Intervista a Raffaella Bolla

Come sei venuta a contatto con Noemi? E come si colloca questa mostra nel tuo percorso di artista ma anche di donna?

Noemi, grazie a contatti comuni, è venuta a conoscenza della mostra “Nata Femmina (?)”, realizzata in collaborazione con altre tre socie del circolo fotografico Fotoricerca di Valdagno, di cui anch’io faccio parte, in occasione della Giornata Mondiale della Violenza contro le Donne 2011. La mostra, attraverso le nostre fotografie e testi correlati, tratta di tematiche relative ai condizionamenti e stereotipi che accompagnano la donna durante tutta la sua vita.

Mi ha così contattata per il suo progetto e, assieme a Cinzia Burtini e Meri Cecchetto (co-autrici di “Nata Femmina (?)”), abbiamo iniziato questa collaborazione. Nei primi incontri che abbiamo avuto è emerso come ci fosse una sorta di “continuità” di tematiche tra la mostra da noi realizzata e il progetto di Noemi: la percezione personale del proprio corpo, la percezione dello stesso da parte della società e i relativi condizionamenti che le donne, malate e non, sono costrette a subire.

Come donne, a livello personale, abbiamo avuto il privilegio di sperimentare la solidarietà nei confronti di un’esperienza che sappiamo tutte possa trovarsi “dietro l’angolo” e di questo siamo molto grate a Noemi; anche perchè il suo coinvolgimento ci ha permesso di affrontare la tematica del cancro attraverso il linguaggio fotografico.

L’ esposizione di Noemi, tra l’altro, fa da “collegamento” con la prossima mostra a cui stiamo lavorando, che verrà realizzata a Valdagno ed esposta nelle vetrine del centro, sempre in occasione della Giornata Mondale della Violenza contro le Donne. Ci occuperemo questa volta del “corpo violato” esplorando, sempre fotograficamente, le varie tipologie di violenza di cui sono vittime le donne (stupro, stalking, infibulazione, ecc.).

Raffaella, sono tue parte delle foto che verranno esposte nell’ambito della mostra “Tu cancro Io donna. Ammalarsi di femminilità”, un percorso espositivo che ritrae la femminilità in un momento di malattia, spostando il focus dal cancro, nello specifico, alla donna. Cosa ti ha guidato negli scatti? Cosa hai voluto catturare attraverso le immagini in mostra?

Già dal primo incontro, è apparsa chiara la volontà di Noemi di raccontare sia l’esperienza “fisica” della malattia che quella “psicologica”. Abbiamo quindi cercato di realizzare degli scatti più “descrittivi” per il primo aspetto e più “concettuali” per il secondo, cercando di differenziarli anche attraverso la diversa cromia delle foto: il bianco e nero per le foto descrittive e il colore per quelle concettuali.

Noemi, avendo già “pre-visualizzato” il risultato finale in fase di progettazione, mi ha “guidata” per la maggior parte delle situazioni e delle pose.

Nel percorso espositivo sono state scelte due foto che Noemi si è personalmente scattata. Come si collocano nel percorso espositivo e qual è il loro significato?

Gli autoscatti di Noemi che verranno esposti sono stati la “scintilla” che ha dato vita all’intero progetto, per cui ritengo significativo ed importante il fatto che trovino un posto di rilievo nel percorso espositivo e che uno dei due sia stato utilizzato anche per il manifesto della mostra.

Quali sono state le difficoltà, se ce ne sono state, che avete incontrato nella realizzazione del progetto?

Durante la realizzazione degli scatti non abbiamo incontrato grosse difficoltà se non qualche limitazione legata a motivi di spazio per creare i set.

Qual e’ il tuo scatto  preferito?

La fotografia che preferisco è quella attraverso cui Noemi rappresenta l’inverno. Mi sembra la più poetica ed evocativa sia per lo sguardo di “attesa” che per l’atmosfera che ho voluto creare. La vignettatura aiuta a catalizzare l’attenzione sul soggetto, rendendo più intenso il momento. Per la realizzazione di questo scatto è stata preziosa la collaborazione di Meri Cecchetto, che ha tra l’altro partecipato attivamente alla “preparazione” di numerosi scatti.

Aggiungo che le foto realizzate in centro a Vicenza sono opera di Meri Cecchetto e Cinzia Burtini.

 

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